Sette bello
La bellezza incontaminata dell'esistenza a sé stante si riconosce forse solo a bordo di un aereo di linea, con il groppo alla gola che il rombo della partenza instaura, in forza dell'affetto che si lascia e di quello che invece si ritrova. Eppure, mentre allungo lo sguardo oltre un finestrino cui non ho veramente accesso, dato l'economico biglietto che ho rimediato, realizzo egoisticamente che vorrei tenere l'uno e l'altro insieme a disposizione ed evitarmi la perenne sofferenza del viaggio. D'altronde, il minimo timore che provo, volando o correndo insieme a un treno, decade facilmente al cospetto della mia lacerazione di cuore. Vorrei suturarla e ricavarne un orlo ordinato, come quelli che sa realizzare mia madre. Vorrei guarisse, in qualche modo, e cessasse di gettarmi in questo pozzo malinconico privo di fondo. Sono Ungaretti sdraiato in trincea, e il fuoco proviene da una parte e dall'altra. Se timidamente mi affaccio, quel che vedo mi somiglia, e quel ...